Va’ fatto un distinguo per le attività aerobiche ed anaerobiche. Nel prolasso rettale coesiste infatti un coinvolgimento vascolare dei plessi venosi anorettali che sviluppano diffuse varicosità permanenti a causa dell’ipertensione venosa interna in tali plessi. Nelle nostre vene il sangue si muove assecondando infatti il ritmo dei nostri atti respiratori. Quando inspiriamo il sangue venoso è fermo all’interno dei plessi venosi mentre durante l’espirazione si muove verso la direzione delle camere cardiache. L’attività motoria aerobica favorisce il movimento circolatorio dei plessi venosi pelvici mentre le attività anaerobiche non favoriscono tale flusso circolatorio venoso ed in particolare la pesistica favorisce nei momenti dello sforzo estremo le manovre in cui il paziente può trattenere l’atto respiratorio e le manovre anaerobiche di Valsalva. Ciò può accentuare nei pazienti con cattive abitudini evacuative, l’evoluzione della malattia emorroidaria. Tutte le attività sportive aerobiche sono al contrario caldamente consigliate. Prediligere attività sportive come il nuoto poiché unisce tutti i privilegi di un’attività sportiva aerobica ai movimenti in assetto non ortostatico ed in assenza di gravità grazie al galleggiamento. La sedentarietà è comunque una nemica anche della malattia emorroidaria.
“Lavorare, mangiare, bere, dormire, amare: tutto deve essere misurato”. Ippocrate (469 -370 a.C.), Epid., lib. VI
“Sì, per Zeus ! – disse- Quasi l’ostacolo maggiore di tutti è questa cura eccessiva del corpo che và ben oltre la ginnastica. Infatti è incompatibile con gli affari della casa, la vita militare e le occupazioni sedentarie all’interno della città. Ma il fatto più grave è che intralcia qualsiasi studio, riflessione e meditazione personale, poiché si immagina sempre mal di testa e vertigini e attribuisce alla filosofia la causa del loro manifestarsi: pertanto è d’impedimento ovunque si pratichi e si tenga conto della virtù. Infatti induce a credere di essere sempre inadeguato senza mai cessare insoddisfazione per il proprio coro. Compirà esercizi ginnici faticosi con lo scopo di stimolare la parte aggressiva della propria natura più che la forza fisica, non come gli altri atleti che ricorrono a cibi ed esercizi per acquistare vigore”. Platone, argomenti contro la cattiva ginnastica di alcuni preparatori di atleti, nel III libro della Repubblica, in accordo con Ippocrate sull’arte della ginnastica.
(Socrate): “Tu chiami qualcosa corpo e qualcosa anima? Non credi che per ognuno di questi ci sia uno stato di benessere? “ (Gorgia): Certo che sì. (Socrate): “E poi ? Lo stato di benessere è apparente e non reale ? Ti parlo di un caso di tal genere: sembra che siano sani nel corpo molti, dei quali uno non si accorgerebbe facilmente che non lo sono, a meno che non sia medico od un esperto di ginnastica”. Platone dal Gorgia, cit. da Galeno in “mantenersi in salute con la ginnastica”