L’alimentazione non è causale della malattia emorroidaria ma agisce come concausa nei pazienti predisposti dalle loro cattive abitudini evacuative. L’obesità ostacola il ritorno venoso al cuore ed incide sulla malattia emorroidaria. Premessa quindi la moderazione alimentare del normopeso è consigliabile l’assunzione regolare di frutta e verdure. Il loro contenuto di fibre favorisce la regolarità intestinale ed in particolare la frutta rossa come i mirtilli, melograno, il ribes, le more, etc. consente un buon ingresso di antiossidanti e flavonoidi protettivi del micro circolo. Anche l’arginina contenuta nei frutti rossi è un aminoacido amico della pelvi essendo il precursore proprio della molecola di ossido nitrico, mediatore prezioso di molte funzioni importanti di questa molecola gassosa nella pelvi, dove regola l’attività minzionale grazie alla sua azione miorilassante del tratto iniziale dell’uretra e del collo vescicale durante la minzione, oltre che per la sua attività battericida, fungicida e viricida attorno al retto: importante anche la sua attività di regolatore della vasodilatazione dei vasi sanguigni pelvici. Una volta guariti anatomicamente i pazienti devono mantenere moderazione: vietati sono gli abbondanti pasti e libagioni. Sarà opportuno imparare a coltivare la moderazione alcolica, rispettando l’assunzione delle unità alcoliche consigliate: sconsigliata in particolare la birra e le bevande gassate per il contenuto di gas unitamente ai superalcolici. Può essere consentito un bicchiere di vino al giorno ma non di più, proprio per la sua azione vasodilatativa che sarà più marcata per i plessi venosi già varicosi ed anche se è stato rigenerato il plesso venoso, il suo patrimonio valvolare venoso è stato diffusamente compromesso ed è difficilmente recuperabile nel suo complesso. Moderazione anche per tutte le spezie, per il cioccolato, pomodori, peperoni, fritti ed il caffè. Nessun tipo di terapia potrà mai essere davvero efficace in mancanza di un corretto stile di vita e di queste norme comportamentali. Il paziente deve essere quindi consapevole che con la sua guarigione terapeutica inizierà una nuova vita, qualora vi fossero alcuni eccessi.
“Fin dai tempi di Ippocrate, l’aforisma è stato il veicolo letterario della classe medica. L’aforisma rimane l’indiscusso contributo del medico alla letteratura”. Howard Fabing
“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo.” Ippocrate di Kos, (460 – 370 a.C.) padre della Medicina.
“Per evitare malanni mangia meno; per allungare l’esistenza preoccupati meno” Chu Hui Weng, cit. fa F.H. Garrison in: Bullettin of the New York Academy of Medicine.
“E’ la penicillina che guarisce gli uomini, ma è il vino che li rende felici”. A. Fleming (1881 – 1955).
“Fra tutti i veleni, l’anima è il più potente. Essa è lo stimolo più penetrante, più diffusibile. Tutte le azioni psichiche sono quindi molto dannose nei mali locali e nelle malattie infiammatorie”. Novalis