Guarire l’organo endotelio per guarire la ragade anale e le emorroidi associate

L’antico equivoco riguardante le tecniche di chirurgia demolitiva delle emorroidi e della ragade anale è stato ormai ampiamente definito durante il “World Congress of Proctology” 2005 dagli studi del Prof. Antonio Longo, Chairman l’ Illustrissimo Prof. Mario M. Giordani.

Tra le tecniche attuali spicca la Rigenerazione del pavimento pelvico vascolare venoso grazie alla liberazione locale dei “fattori di accrescimento cellulare” dello stesso paziente e che guarisce le emorroidi e la ragade anale che è sempre ad esse associata ma anche le tante complicanze operatorie e le troppe recidive chirurgiche, mediante semplice infiltrazione indolore rigenerativa nel retto di salicilato di sodio in soluzione. Ad illustrarci i vantaggi il suo ideatore.

Dott. Cosimi, la rigenerazione venosa del pavimento pelvico consente di guarire la malattia emorroidaria in modo davvero innovativo. In cosa consiste la tecnica rigenerativa che pratica dal 2005 ?

“La Fleboterapia Rigenerativa Emorroidaria rimodella le pareti venose delle varici che forniscono i gavaccioli emorroidari grazie ai “fattori di accrescimento cellulare” del paziente ed alla loro capacità di rigenerare tali varici unitamente alla ragade anale se associata. E’ una rivoluzione copernicana poiché si passa dal concetto chirurgico a quello di rigenerazione anatomica recuperando tutte le funzioni dell’ORGANO ENDOTELIO: l’ultimo organo studiato da oltre 20 anni in tutte le Università di Medicina del Mondo. Grazie ad un principio attivo non sclerosante ma in grado di stimolare localmente le cellule staminali autologhe del paziente è possibile rigenerare la normale forma anatomica venosa di tutti i plessi venosi del pavimento pelvico. Successivamente dentro le camere venose guarite non si formerà un foglietto cellulare passivo di rivestimento interno bensì l’organo endotelio con il suo glicocalice endoteliale ed immediata produzione di oltre 30 mediatori endocrini, paracrini ed autocrini compreso il gas ossido nitrico indispensabile anche per le funzioni paracrine sfinteriali urogenitali, anali e per l’azione vasodilatatrice andrologica maschile, tutelandoci inoltre anche dal danno ossidativo locale con una modalità autocrina e paracrina ad un tempo.

Come è possibile che l’organo endotelio (l’ultimo organo che la Medicina ha scoperto) ritorni a funzionare a beneficio degli organi pelvici? Come può la soluzione liquida di salicilato arrivare in tutto il plesso venoso per guarirlo?

“L’organo endotelio è distrutto dalla ipertensione venosa (insufficienza venosa) del pavimento pelvico venoso ma rigenera biologicamente non appena guarite le varici ano-rettali e cortretta l’ipertensione venosa con la restaurazione del danno del glicocalice endoteliale. L’infiltrazione guarisce le emorroidi visibili e le cause poiché la soluzione essendo liquida è spinta fino a tutte le varici più profonde del plesso”.

Quali vantaggi offre questa tecnica ai pazienti affetti da ragade ed emorroidi ?

“La recente importanza dell’ultimo organo studiato in anatomia, l’organo endotelio, ha evidenziato tale metodica come la più innovativa, la cui efficacia offre numerosi vantaggi:  assenza totale di rischio emorragico e  complicanze legate all’anestesia. L’ossido nitrico, essendo il più potente agente miorilassante dell’uomo per la muscolatura liscia sfinteriale, se non adeguatamente prodotto nelle anomale varici emorroidarie ano rettali affette dal prolasso emorroidale, determina per sua mancanza ipertono degli sfinteri e la dolorosissima ragade anale. Pertanto non solo è necessario stimolare la guarigione della stessa ragade, unitamente a quella del prolasso emorroidale, ma è indispensabile recuperare il danno da stasi venosa determinato all’organo endoteliale e la sua produzione di ossido nitrico (NO). La metodica non è fastidiosa e non comporta un dolore post-operatorio, offrendo la possibilità di un immediato ritorno alle attività quotidiane. Inoltre ha risultati definitivi e stabili sia sulla guarigione della ragade anale che del prolasso mucoso emorroidale. Oltre al recupero di numerosi vantaggi per il pavimento pelvico vascolare venoso. Inoltre ha risultati definitivi e stabili sia sulla guarigione del prolasso mucoso emorroidale che di eventuali prostatiti, insufficienza minzionale od eiaculativa, deficit erettivo od ipertrofia prostatica benigna eventualmente associate”. Per decenni nella storia della chirurgia si è tentato spesso la guarigione della ragade anale soltanto con un intervento di incisione sfinteriale (sfinterotomia) dei dilatatori anali. Del botulino per rilassare l’ipertono dello sfintere anale sempre associato in variabile grado alla ragade, ma senza mai riuscirvi con successo poiché madre natura vuole che l’endotelio sano ritorni a produrre ossido nitrico (NO) per regolare l’ipertono anale. Ma inoltre in passato non si risolveva mai il consensuale ipertono sfinteriale urinario (unica vera causa alla mancanza di una totale ed efficace dilatazione sfinteriale urinaria dell’uomo come della donna, del giovanissimo come dell’anziano). Inoltre la ragade è stata sempre trattata in passato come non associata alle emorroidi ed al prolasso mucoso emorroidario che ne è causa, anche e soprattutto per la disfunzione endoteliale stessa e per l’ipertono degli sfinteri che la carenza locale dell’ossido nitrico induce sempre.

L’efficacia della soluzione terapeutica adottata è documentata da pubblicazioni scientifiche Internazionali e sfrutta la capacità locale di rigenerazione nei tessuti affetti da prolasso mucoso e da malattia emorroidaria, scongiurando i tradizionali interventi demolitivi che spesso i pazienti preferiscono evitare. La tecnica terapeutica che attuo da sei anni, grazie alla possibilità locale di rigenerazione nei tessuti patologici consiste nell’infiltrare le emorroidi visibili con una soluzione di salicilato di sodio in veicolo idroglicerico (un principio attivo non sclerosante) in grado di produrre a basse concentrazioni (nel seguente caso di prolasso mucoso ano-rettale con invaginazione),  di 0,080 gr /ml. una potente azione di stimolo locale sulle cellule staminali, rigenerando anche i tessuti del prolasso mucoso, ottenendo che la soluzione terapeutica venga ampiamente distribuita nelle varici ano-rettali dilatate del plesso venoso emorroidario (VAR): ben 240-300 ml. di soluzione liquida che complessivamente vengono spinti nei vasi venosi comunicanti a distribuirsi entro tutte le stesse varici ano-rettali ed i plessi venosi del pavimento pelvico. Terapia rigenerativa vuol dire recuperare la naturale condizione anatomo-funzionale.

La terapia prevede il rimodellamento dell’architettura venosa ano-rettale con il rafforzamento stabile delle pareti vasali, senza chiuderle ma permettendo al coesistente prolasso mucoso di recuperare omogeneamente la normale ed originaria anatomia. In Medicina definiamo ciò ‘restitutio ad integrum’, locuzione latina che indica il recupero della normalità strutturale e funzionale nei tessuti malati. Ciò coincide con la guarigione dalla malattia emorroidaria e dal prolasso della mucosa intestinale ano-rettale che sempre le accompagna. La rigenerazione delle varici emorroidarie le farà infatti risalire con la mucosa sana per rigenerazione nel canale ano rettale, fissandosi al suo naturale piano anatomico, per potervi svolgere la naturale funzione”.

L’intervento, è eseguibile ambulatorialmente e non richiede sedazione: con ago sottilissimo sono infiltrati localmente di Lidocaina 2% (un anestetico presente anche nelle creme per la terapia emorroidaria) tutti i gavaccioli emorroidari. Il vantaggio è nell’assenza totale di emorragie operatorie precoci o tardive e di effetti collaterali legati all’anestesia generale o spinale. Nei giorni successivi all’intervento il paziente può tornare all’attività lavorativa recuperando subito la capacità evacuativa: l’alimentazione può riprendere poche ore dopo. La soluzione terapeutica essendo liquida consente di trattare non solo l’effetto (emorroidi visibili) ma per la tollerabilità e fluidità, potrà diffondere fino alle varici del plesso emorroidario, le varici ano-rettali (VAR) che alimentano la malattia venosa emorroidaria, giungendo ad agire all’origine del problema con un risultato efficace. Grazie alla terapia rigenerativa curiamo sia gli effetti (emorroidi visibili e prolasso mucoso e sottomucoso rettale) che le cause della malattia: le varici ano-rettali sfiancate del plesso. Nella stessa seduta si curano emorroidi esterne ed interne oltre al prolasso della mucosa che superficialmente le ricopre. I tessuti, dopo circa 30 giorni, torneranno alla normale anatomia, recuperando la naturale funzione idonea a contenere i gas intestinali. Il trattamento deve essere ripetuto dopo alcune settimane per la stabilizzazione terapeutica negli anni.

I pazienti dimostrano inoltre il recupero funzionale del loro prezioso “organo endotelio” con produzione di ossido nitrico e degli ormoni che regolano tutte le funzioni vascolari e metaboliche dei preziosi organi della pelvi maschile e femminile. all’evidenza clinica ed all’esame ecografico dell’ (R.P.M.) , il residuo post-minzionale di urina, cioè il completo svuotamento vescicale di urina è normale per il recupero del buon tono dello sfintere urinario, ugualmente per il tono sfinteriale anale e per la stabile guarigione delle ragadi anali. Con netto recupero e miglioramento dal punto di vista andrologico della loro  “vis erigendi”. Con netto miglioramento e recupero del deficit di qualità del loro spermiogramma. Recupero delle varici del plesso venoso peri-prostatico (o di Santorini) e netta e marcata riduzione dei diametri misurabili all’ecografia trans-rettale della loro prostata (anche 2 cm. nel solo diametro trasverso). Scomparsa stabile della prostatite e normalizzazione del getto minzionale. IL PAVIMENTO PELVICO E’ UNA GRANDE ED ESTESA RETE DI VASI COMUNICANTI A FORMA DI “AMACA” VENOSA, FATTA DI ALCUNI PLESSI VENOSI, ANO-RETTALE, PUDENDO, PARAVESCICALE E PERIPROSTATICO IN COMUNICAZIONE AMPIAMENTE TRA LORO, CHE AVVOLGONO, STABILIZZANO ED AMMORTIZZANO, SE TALI PLESSI VENOSI SONO NORMALMENTE CONTINENTI, STABILIZZANO TUTTI GLI ORGANI PELVICI MASCHILI E FEMMINILI NELLA PELVI.