Nella mia esperienza clinica constato che la parola stitichezza viene spesso abusata dai pazienti. Ma quando chiedo come viene fatta la prima colazione, quasi sempre la risposta è, nel migliore dei casi, “cappuccino e 3-4 biscotti integrali” . Uno degli organi di più recente scoperta in Medicina è rappresentato dal nostro “microbiota umano”: vale a dire l’insieme dei microrganismi simbiotici che convivono con l’organismo umano. Il “microbioma” rappresenta invece il patrimonio genetico dello stesso microbiota, che coopera e collabora con il nostro stesso patrimonio genetico per le nostre stesse necessità biologiche.

Nella flora intestinale, che fa parte del microbioma umano, convivono moltissime specie di fermenti e soprattutto batteri simbiontici con l’organismo umano, con cui cooperano in modo mutualistico fornendoci  moltissime risorse biologiche. Il benessere della nostra flora intestinale rappresenta il nostro stesso benessere. Essi si nutrono dei nostri scarti intestinali, prevalentemente fibre,  che contribuiscono alla natura delle nostre stesse feci. 

In un organismo sano il 70% della serotonina ed il 50% della dopamina circolante nel nostro sistema nervoso è prodotta dai neuroni enterocromaffini del nostro intestino. Molte patologie psichiatriche come i disturbi ansiosi solo ad esempio, trovano un loro fondamento biologico anche in un’alterata composizione del microbiota. Il trapianto fecale è normato dunque dalle stesse cautele e prudenze normative e sanitarie di qualsiasi altro trapianto d’organo poiché è in grado di determinare cambiamenti della espressione genetica e biologica dell’individuo ospitante ed è pertanto un atto medico potenzialmente in grado di mutare moltissime caratteristiche fisiologiche importanti di un individuo. Il microbiota appartiene dunque profondamente ad ognuno di noi specificatamente proprio per le peculiari ed uniche caratteristiche del microbioma di ciascuno di noi: la sua identità è espressione dell’identità biologica di ognuno di noi.

Come mantenere dunque sano nel tempo il microbiota di ciascuno di noi? Come ottenere una evacuazione più abbondante e naturale? La stitichezza può esprimere anche le difficoltà personali del nostro stesso microbiota se consideriamo che gli ingredienti essenziali delle nostre feci sono costituiti da fibre e scarti alimentari, acqua e dalla “flora intestinale” stessa presente e la sua composizione varia a seconda della dieta. Dedicare dunque la prima colazione alla ingestione di un microbiota sano fatto di numerose varietà e popolazioni di fermenti sani unitamente alle fibre dell’avena, si dimostra un mezzo in grado di cambiare efficacemente la condizione di stitichezza dei pazienti. Personalmente consiglio del kefir di latte o di acqua arricchito abbondantemente di fibre di avena , di semi di chia e semi di lino con frutta disidratata oppure mirtilli, ribes, more freschi. Introdurre fibre importanti al mattino rappresenta l’unica possibilità per migliorare rapidamente la qualità delle nostre feci e dell’evacuazione.

Messer Argante che è il protagonista del malato immaginario di Molière chiede insistentemente al dottor Purgone di valutare la sua salute cagionevole ed i suoi sintomi attraverso l’osservazione della qualità delle sue stesse feci emesse. L’ironia sottile della Comédie Francaise del XVII secolo ci restituisce bene la centralità diagnostica ed attenzione posta già allora sulla qualità delle feci. Un segno clinico che ha conservato la sua validità nei secoli pur nel modificarsi dei metodi di valutazione e degli obiettivi di ricerca. Anche in questo caso, come per l’esame delle urine si potranno effettuare rilievi delle caratteristiche delle feci ed esami di laboratorio. Ma è innegabile come nelle feci di ogni paziente stitico vi siano poche, pochissime fibre! 

E’ dunque fondamentale acquisire sempre, nella prima visita proctologica, la conoscenza della qualità della prima colazione del paziente, ricordandoci sempre che certi tipi speciali di fibre non possono che essere introdotti al mattino: è utile ricavarsi sempre almeno 20-30 minuti del proprio tempo per poter fare una sana prima colazione preziosa per il nostro intestino. Il paziente che inizierà questo suo percorso sarà inoltre sempre meno ansioso nelle proprie personali attenzioni evacuative e vedrà ridursi gradualmente  la propria ansia da prestazione evacuativa. Affronterà con più serenità la propria giornata, consapevole dell’importanza che dà anche al suo microbioma ed in grado di autodeterminarsi la personale, fisiologica produzione enterica della sua stessa propria serotonina: il paziente affetto da malattia emorroidaria è spesso un paziente ansioso poiché la malattia emorroidaria ha disturbato ormai da tempo la fase anale del suo sviluppo psico emotivo e soffre di una patologia comportamentale in cui diviene importante recuperare assolutamente per comportamenti importanti un diverso e corretto stile di vita.

Proprio per tutte queste ragioni in Medicina affermiamo che l’intestino è il nostro secondo cervello! La stitichezza dunque quasi sempre non esiste affatto ma è l’ovvia conseguenza di una inadeguata introduzione delle fibre di cui si necessita.