Il presupposto di alcune delle terapie chirurgiche attualmente più praticate è fondato sul dato irrazionale che non esistano delle varici emorroidarie del plesso venoso ano rettale. Il plesso venoso ano rettale varicoso ed allungato anatomicamente per il suo danno ipertensivo, è considerato “normale” ma semplicemente “prolassato” in basso. In altre parole non vi sarebbe nessuna alterazione vascolare ma semplicemente un abbassamento o “prolasso” delle stesse vene del plesso anorettale. La patologia, non considerata nelle sue vere cause comportamentali, viene identificata in una patologia costituzionale dovuta al solo prolasso del retto ed alla dislocazione fuori dall’ano del plesso anorettale normale. Questa visione anatomica di comodo porta alla naturale conclusione che non potendosi rimuovere il plesso venoso anorettale dislocato in basso, non si possa far altro che riposizionare in alto tali vene “normali” e che l’unica porzione allungata e deteriorata sia il prolasso della mucosa e sottomucosa e non tutti gli altri strati che compongono la parete del retto. La correzione chirurgica perfetta si può quindi attuare semplicemente tagliando, asportando e cucendo la mucosa esuberante prolassata e riposizionando all’interno le emorroidi. Peccato che l’indice delle recidive (anche molto precoci) di questi interventi, sia ben superiore e comunque neanche paragonabile a quello della ben più complessa cardiochirurgia maggiore. Altre tecniche chirurgiche sono ormai nel dimenticatoio per la loro irrazionalità. Mi domando quindi come sia possibile non interrogarsi su tali fallimenti senza riconsiderare alla luce di essi l’eventualità di tecniche miste ed in cui la moderna medicina rigenerativa possa integrare e supportare la chirurgia prima ancora che compaiano le frequenti immancabili recidive. Ad ogni modo i pazienti con recidiva possono stare tranquilli e ricorrere alla medicina rigenerativa nel caso in cui non vogliano rioperarsi nuovamente. Comunque anche in questi casi i pazienti potranno guarire serenamente ed anche dopo 3-4 interventi, senza ricovero né anestesia spinale o generale. “Fin dai tempi di Ippocrate, l’aforisma è stato il veicolo letterario della classe medica. L’aforisma rimane l’indiscusso contributo del medico alla letteratura”. Howard Fabing.
Riflettiamo insieme ai più riconosciuti autori grazie ai loro aforismi frutto di esperienza medica.
“E’ medico solo quello i cui rimedi sono efficaci”. Paracelso (1493 ? – 1541), Die grosse Wundartzenei